Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25189 del 25 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:25189PEN

Massima

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Il reato di calunnia si configura quando l'agente, consapevole dell'innocenza della persona denunciata, formula una falsa accusa nei suoi confronti, indipendentemente dalle ragioni soggettive che lo hanno mosso. La valutazione della prova testimoniale, anche se caratterizzata da eventuali contraddizioni o reticenze, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il cui apprezzamento non è sindacabile in sede di legittimità se sorretto da una motivazione logica e coerente, senza che sia necessario un esame analitico di ogni singolo elemento probatorio. Il controllo del giudice di cassazione sulla motivazione è volto a verificare la persistenza di una motivazione effettiva, non manifestamente illogica e internamente coerente, senza che sia consentita una nuova valutazione degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2480/2010 CORTE APPELLO di CATANIA, del 28/06/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/06/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN …

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