Il contratto di appalto per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, stipulato tra un Comune e una società, si risolve di diritto per effetto dell'ammissione della società al concordato preventivo liquidatorio, in assenza di espressa autorizzazione del giudice delegato alla prosecuzione del contratto. In tal caso, il Comune può legittimamente adottare un'ordinanza contingibile e urgente per garantire la continuità del servizio pubblico essenziale, ma non può unilateralmente imporre alla società le condizioni economiche per l'esecuzione del servizio, dovendo invece determinare un equo corrispettivo nel rispetto dei principi di proporzionalità, ragionevolezza e tutela dell'iniziativa economica privata. La domanda di determinazione del giusto corrispettivo per i servizi resi in esecuzione dell'ordinanza contingibile e urgente rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, mentre il giudice amministrativo è competente a conoscere dell'impugnazione dell'ordinanza stessa e della domanda risarcitoria, la quale tuttavia deve essere rigettata in mancanza della prova dei presupposti di cui all'art. 2043 c.c.