Il provvedimento di revoca dell'aggiudicazione definitiva di un appalto pubblico, adottato dalla stazione appaltante per ragioni di pubblico interesse sopravvenute, rientra nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo ai sensi dell'art. 6 della legge n. 205/2000, il quale è competente a conoscere non solo della legittimità dell'atto di revoca, ma anche delle conseguenze risarcitorie derivanti dalla mancata stipulazione del contratto di appalto, qualora il comportamento della stazione appaltante abbia ingenerato un legittimo affidamento nell'aggiudicatario. Ciò in quanto, per effetto dell'intervenuta innovazione normativa, il giudice amministrativo è competente a conoscere in sede di giurisdizione esclusiva di tutte le controversie che insorgano nella fase precedente alla stipulazione del contratto di appalto, investano esse la tutela di interessi legittimi come di diritti soggettivi. Pertanto, il giudice amministrativo è chiamato a valutare le conseguenze risarcitorie derivanti dal comportamento tenuto dalla stazione appaltante in relazione al mancato affidamento dei lavori, anche qualora l'atto di revoca dell'aggiudicazione risulti legittimo per sopravvenute ragioni di pubblico interesse. Ciò in quanto, pur essendo la revoca legittima, il ritardo ingiustificato della stazione appaltante nella stipulazione del contratto, protrattosi per circa dieci anni dall'aggiudicazione definitiva, può aver ingenerato un legittimo affidamento nell'aggiudicatario, con conseguente obbligo di risarcimento del danno.