Il potere decisionale in materia di azioni giudiziarie riguardanti il condominio spetta esclusivamente all'assemblea dei condomini, quale organo deliberativo principale del condominio, mentre l'amministratore riveste un ruolo meramente esecutivo delle decisioni assembleari. Pertanto, l'amministratore di condominio può costituirsi in giudizio o impugnare una sentenza sfavorevole al condominio solo se previamente autorizzato dall'assemblea, la cui ratifica dell'operato dell'amministratore, anche successiva, è necessaria per sanare l'eventuale difetto di legittimazione processuale. Il diritto di dissenso dei condomini rispetto alle liti, riconosciuto dall'art. 1132 c.c., impone che l'assemblea sia previamente convocata per deliberare in merito all'azione giudiziaria, al fine di consentire l'esercizio di tale diritto. L'amministratore, pur essendo legittimato passivamente in giudizio ai sensi dell'art. 1131 c.c., comma 2, per tutelare in via d'urgenza l'interesse comune, non può autonomamente decidere di resistere in giudizio o di impugnare una sentenza sfavorevole, essendo tale potere decisionale riservato esclusivamente all'assemblea condominiale.