Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25993 del 8 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:25993PEN

Massima

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La confisca dei beni acquistati dal soggetto sottoposto a misura di prevenzione della sorveglianza speciale è legittima anche se l'inserimento del medesimo nel sodalizio mafioso è avvenuto in epoca successiva all'acquisto, purché i beni costituiscano presumibile frutto di attività illecite o ne rappresentino il reimpiego, ovvero il loro valore risulti sproporzionato rispetto al reddito o all'attività economica svolta dal prevenuto. A tal fine, rilevano elementi indiziari quali la pregressa attività criminosa del soggetto, il suo radicato inserimento nella criminalità organizzata, nonché la sproporzione tra i beni confiscati e la sua capacità reddituale, anche in assenza di una sentenza definitiva di condanna per reati di associazione mafiosa. Il giudice di rinvio, investito di un nuovo esame della vicenda a seguito di annullamento con rinvio, può essere lo stesso che ha emesso la precedente decisione oggetto di annullamento, in quanto competente per effetto del rinvio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - rel. Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CE. PA. , N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 42/2007 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 26/06/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO GIORDANO;

lette le conclusioni del PG Dott. Izzo, che ha chiesto l'annullamento con rinvio del decreto impugnato.

OSSERVA

con decreto in data 4/12/02 il Tribunale di Catanzaro ha disposto il sequestro e la contestuale confisca ex Legge 31 maggio 1965, n. 575, articolo 2 ter di un terreno e un i…

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