Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20795 del 3 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20795PEN

Massima

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Il custode di beni pignorati, nell'esercizio delle sue funzioni, è tenuto a mantenere la disponibilità e l'integrità dei beni affidatigli, senza poterne disporre liberamente, al fine di garantire il regolare svolgimento della procedura esecutiva e tutelare le ragioni del creditore pignorante. La sottrazione o l'alienazione di tali beni, anche a terzi ignari del vincolo di indisponibilità, integra il reato di sottrazione di cose sottoposte a pignoramento o a sequestro, in quanto determina ostacoli o difficoltà al compimento degli atti esecutivi, frustrando l'attività giudiziaria volta ad assicurare il soddisfacimento del credito. Il custode, in tale veste, ha l'obbligo giuridico di conservare il bene pignorato a disposizione della procedura esecutiva, senza poterne consentire il trasferimento ad altri, pena la configurazione del reato di cui all'art. 388, comma 3, c.p. La misura della pena, se contenuta entro limiti molto prossimi al minimo edittale, non è censurabile sotto il profilo della legittimità, anche in presenza di riferimenti inesatti a precedenti penali dell'imputato, che comunque non hanno inciso sulla determinazione della sanzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. MILO Nicola - rel. Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. FR. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3469/2006 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 31/03/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/01/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. NICOLA MILO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza, limitatamente alla pena, e rigetto nel resto.

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