Il giudice di legittimità, nel valutare la fondatezza dei motivi di ricorso proposti dagli imputati avverso la sentenza di appello, afferma che: 1. I motivi di ricorso presentati dagli imputati sono in larga parte aspecifici e generici, in quanto non si confrontano adeguatamente con la motivazione della sentenza impugnata, limitandosi a prospettare una diversa e alternativa lettura delle risultanze processuali, senza addurre argomenti critici specifici ed efficaci idonei a mettere in dubbio la tenuta logica della decisione. 2. Il controllo di legittimità della Corte di cassazione non può estendersi alla rilettura e alla rivalutazione degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione, la cui valutazione è riservata in via esclusiva al giudice di merito, senza che possa integrare il vizio di legittimità la mera prospettazione di una diversa e più adeguata interpretazione delle risultanze processuali. 3. I motivi di ricorso che, sotto l'epigrafe del vizio di motivazione, propongono una diversa e alternativa lettura delle risultanze probatorie, senza confrontarsi con la motivazione espressa nella sentenza impugnata, sono inammissibili, in quanto il controllo di legittimità non ha ad oggetto il fatto, ma la motivazione a sostegno della sua ricostruzione. 4. I motivi di ricorso sono inammissibili non solo quando risultino intrinsecamente indeterminati, ma anche quando difettino della necessaria correlazione con le ragioni poste a fondamento del provvedimento impugnato.