Le concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, in quanto riconducibili a un interesse transfrontaliero e caratterizzate dalla scarsità della risorsa naturale, devono essere affidate mediante procedure competitive improntate ai principi di imparzialità, trasparenza e non discriminazione, in conformità all'art. 12 della direttiva 2006/123/CE. Le norme nazionali che prevedono proroghe automatiche e generalizzate di tali concessioni, come l'art. 1, comma 682, della legge n. 145/2018, sono in contrasto con il diritto dell'Unione europea e pertanto non possono essere applicate né dalla pubblica amministrazione né dai giudici. Tuttavia, al fine di evitare un significativo impatto socio-economico derivante dalla decadenza immediata di tutte le concessioni in essere, le stesse continuano ad essere efficaci fino al 31 dicembre 2023, termine entro il quale devono essere espletate le necessarie procedure competitive nel rispetto dei principi di matrice europea. Inoltre, la valutazione circa l'esistenza dell'interesse transfrontaliero e della scarsità della risorsa naturale, presupposti per l'applicazione della disciplina eurounitaria, deve essere effettuata con riferimento al patrimonio costiero nazionale nella sua interezza, senza necessità di una verifica caso per caso.