La mancanza della sottoscrizione del consigliere estensore in una sentenza, pur essendo sottoscritta dal Presidente, comporta la nullità della stessa, con conseguente annullamento e rinvio della causa alla medesima Corte d'appello per la rinnovazione del procedimento di appello e per il regolamento delle spese del giudizio di legittimità. Tale principio è volto a garantire il rispetto delle formalità essenziali del procedimento, assicurando la corretta formazione della volontà giurisdizionale e la sua imputabilità ai singoli magistrati che hanno partecipato al processo decisorio. L'osservanza di tali requisiti formali, previsti dagli articoli 132 e 161 c.p.c., costituisce un presidio imprescindibile per la validità della pronuncia giurisdizionale, in quanto espressione del principio di legalità che informa l'intero sistema processuale. Pertanto, l'annullamento della sentenza per difetto di sottoscrizione del consigliere estensore non rappresenta una mera formalità, ma una garanzia di correttezza e trasparenza dell'attività giurisdizionale, a tutela del diritto di difesa delle parti e della certezza del diritto.