Il danneggiamento aggravato di un autoveicolo, ai sensi dell'art. 635 c.p., costituisce reato procedibile d'ufficio, a prescindere dalla qualità di proprietario o custode della persona offesa, essendo sufficiente l'accertamento dell'avvenuta abrasione della verniciatura del veicolo. L'identificazione dell'imputato può fondarsi non solo sulle ricognizioni personali effettuate dai testimoni nel corso delle indagini preliminari, ma anche sulla replica delle individuazioni in sede dibattimentale, nonché su elementi indiziari come l'annotazione del numero di targa del suo veicolo nell'immediatezza dei fatti. Nell'ambito della valutazione della pena, il giudice può legittimamente considerare la particolare odiosità del fatto e la debole incidenza delle attenuanti concesse, senza che ciò integri un vizio di motivazione. L'applicazione del beneficio della sospensione condizionale della pena, non essendo stata oggetto di impugnazione, non può essere valutata in sede di legittimità, così come la questione della prescrizione, non maturata nel corso del giudizio di secondo grado.