Cassazione penale Sez. II sentenza n. 1203 del 13 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:1203PEN

Massima

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Il reato di corruzione impropria di cui all'art. 318 c.p. sussiste quando l'atto amministrativo adottato dal pubblico ufficiale, pur in presenza di un interesse del privato corruttore, è comunque conforme all'interesse pubblico perseguito, senza che sia necessaria la prova di un atto contrario ai doveri di ufficio. Pertanto, l'accettazione da parte di pubblici ufficiali di denaro o altre utilità dal privato, anche se non ha inciso sull'esito dell'attività ispettiva svolta, integra il reato di corruzione impropria, in quanto tale condotta viola i doveri di imparzialità e correttezza inerenti alla funzione pubblica, a prescindere dal fatto che l'atto compiuto sia o meno conforme all'interesse pubblico. Ciò in quanto l'elemento differenziale tra la corruzione propria e quella impropria non risiede nella generica contrarietà del comportamento del pubblico ufficiale ai doveri di correttezza e imparzialità, essendo tale elemento comune ad entrambe le fattispecie, ma nell'orientamento dell'atto amministrativo, che nella corruzione impropria deve essere conforme all'interesse pubblico, a differenza della corruzione propria in cui l'atto deve essere contrario ai doveri di ufficio. Pertanto, la mera accettazione di denaro o altre utilità da parte del pubblico ufficiale, anche in assenza di un concreto condizionamento dell'attività amministrativa, integra il reato di corruzione impropria, in quanto tale condotta viola i doveri di imparzialità e correttezza inerenti alla funzione pubblica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. ((omissis)) - Consigliere

Dott. AMBROSIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pe. Pa. Mi., nato a (OMESSO) il (OMESSO);

e

dall'avv. ((omissis)) del foro di Milano;

nell'interesse di:

P. A. B., nato a (OMESSO) il (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano emessa in data 25/10/2005;

Sentita la relazione della causa fatta, in Pubblica Udienza, dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. DELEHAYE Enrico, il quale ha concluso per il rigetto…

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