Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di demolizione di opere edilizie ritenute abusive, afferma che: La legittimazione attiva per l'impugnazione di un provvedimento amministrativo di demolizione di opere edilizie abusive è riconosciuta esclusivamente in capo al soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sull'immobile interessato, ovvero al legale rappresentante di una società proprietaria o conduttrice dell'immobile stesso. Pertanto, il ricorso proposto dalla società conduttrice dell'immobile, in quanto diversa dalla società proprietaria e cancellata dal Registro delle Imprese, è dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione attiva. Inoltre, anche nel merito, il ricorso risulta infondato in quanto: - l'ordinanza di demolizione è un provvedimento vincolato e dovuto, non essendo mai stato richiesto in tempo utile il necessario permesso di costruire per le opere realizzate, le quali risultano difformi dai parametri urbanistici ed edilizi vigenti; - la mancata partecipazione del privato al procedimento non è rilevante, in quanto trattasi di provvedimento vincolato e l'interessato ha comunque presentato istanza di sanatoria; - non è provata alcuna disparità di trattamento rispetto ad altri casi; - non può essere invocata la tutela dell'affidamento, in quanto le opere sono state realizzate abusivamente e il lungo tempo trascorso non genera alcuna aspettativa giuridicamente rilevante. Pertanto, il Tribunale Amministrativo Regionale, in applicazione dei principi di legittimità e di tutela dell'interesse pubblico, dichiara inammissibile il ricorso e condanna la parte ricorrente al pagamento delle spese di giudizio.