Il rilascio di un certificato medico falso o non veritiero, al fine di sottrarsi agli obblighi contrattuali assunti, integra il reato di tentativo di truffa. Ciò anche qualora il danno patrimoniale non si sia effettivamente realizzato, in quanto la condanna generica al risarcimento dei danni in favore della parte civile non presuppone l'accertamento dell'effettiva esistenza e quantificazione del danno, essendo sufficiente la potenziale capacità lesiva del fatto dannoso e l'esistenza di un nesso di causalità tra questo e il pregiudizio lamentato, rimessa alla successiva liquidazione in sede civile. La valutazione della prova e della credibilità delle testimonianze rientra nell'esclusiva competenza del giudice di merito, la cui motivazione è censurabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o contraddittorietà, non essendo consentito al giudice di cassazione una nuova valutazione del materiale probatorio.