La realizzazione e l'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, come nel caso di specie di un impianto a biomasse alimentato da olio vegetale, sono assoggettati alla procedura abilitativa semplificata di cui all'art. 6 del d.lgs. n. 28 del 2011, che prevede la presentazione al Comune di una dichiarazione accompagnata da una relazione tecnica e dagli elaborati progettuali, senza la necessità di un ulteriore titolo edilizio. Tale procedura semplificata costituisce un titolo abilitativo tacito, che si forma per silenzio assenso del Comune nel caso in cui quest'ultimo non rilevi entro 30 giorni l'assenza di una o più delle condizioni previste dalla norma. Il Comune, pertanto, può esercitare il potere di autotutela di annullamento di tale titolo abilitativo solo entro un termine ragionevole, valutando l'attualità dell'interesse pubblico e il principio di affidamento del privato, in particolare quando lo stesso Comune abbia precedentemente rilasciato un certificato di equipollenza tra la segnalazione certificata di inizio attività e la procedura abilitativa semplificata. Inoltre, prima di procedere all'annullamento, il Comune deve richiedere l'eventuale integrazione della documentazione ritenuta mancante, in applicazione del principio di proporzionalità. L'annullamento del titolo abilitativo comunale comporta l'annullamento anche del provvedimento del Gestore dei servizi energetici di revoca della qualifica di impianto alimentato da fonti rinnovabili e della conseguente richiesta di restituzione delle somme erogate.