Il Soprintendente per i beni ambientali e architettonici può annullare l'autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune anche per vizi di legittimità diversi dalla mera incompetenza, ivi compreso il difetto di motivazione sull'effettiva compatibilità dell'intervento edilizio con i valori paesistici tutelati. L'annullamento dell'autorizzazione comunale è legittimo quando questa non contiene alcuna valutazione sulla compatibilità dell'intervento con le caratteristiche e le peculiarità paesaggistiche dell'area vincolata, in quanto tale valutazione è necessaria per verificare la conformità dell'intervento autorizzato con le ragioni giustificatrici del vincolo paesaggistico. L'autorità statale non eccede i limiti delle proprie attribuzioni quando, nell'annullare l'autorizzazione comunale, si limita a rilevare l'insufficienza della motivazione sull'impatto dell'opera realizzata sul paesaggio circostante, senza sostituire la propria valutazione di merito a quella dell'amministrazione locale. L'annullamento dell'autorizzazione comunale da parte del Soprintendente non comporta una modifica del provvedimento di vincolo paesaggistico, in violazione dell'art. 82, comma 3, del d.P.R. n. 616 del 1977, quando l'intervento autorizzato risulta incongruente con i tratti caratteristici della località protetta, che sono la ragione stessa del vincolo.