Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 1080 del 13 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:1080PEN

Massima

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Il pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato, valutato in relazione alla gravità del fatto, alla professionalità e all'inserimento dell'indagato in un contesto criminale organizzato, può giustificare l'applicazione di una misura cautelare personale più afflittiva, come la custodia in carcere, anche in presenza di elementi favorevoli come la giovane età dell'indagato e il suo ravvedimento, qualora tali elementi non siano ritenuti sufficienti a escludere il rischio di recidiva e a garantire l'adeguatezza di misure meno gravose, come gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. In tali casi, il giudice deve effettuare una valutazione concreta e attuale delle esigenze cautelari, tenendo conto della gravità del fatto, della modalità di commissione del reato, dell'inserimento dell'indagato in un contesto criminale organizzato e della sua capacità di autodisciplina, al fine di determinare la misura cautelare proporzionata e adeguata a neutralizzare il pericolo di reiterazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenz - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1257/2015 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 04/08/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. BENEDETTO PATERNO' RADDUSA;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. CANEVELLI Paolo, per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E DIRITTO
1. (OMISSIS), tramite il difensore di fiducia, propone ricorso per cassazione avverso la ordinanza con la quale il Tribunale di Catania, quale giudice dell'…

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