Cassazione civile Sez. III sentenza n. 24222 del 27 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24222CIV

Massima

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Il giudice, nel valutare il danno non patrimoniale derivante dalla diffamazione, deve procedere a una valutazione equitativa che tenga conto di tutti gli elementi rilevanti del caso concreto, senza che tale valutazione possa essere censurata in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente incongrua, contraddittoria o macroscopicamente contraria a dati di comune esperienza, ovvero l'esito della sua applicazione appaia particolarmente sproporzionato per eccesso o per difetto. In particolare, il giudice deve considerare la gravità delle espressioni utilizzate, il contesto in cui la diffamazione si è verificata, la diffusione della stessa, il prestigio e la posizione sociale della persona offesa, nonché l'eventuale sussistenza di specifici danni alla sfera psicofisica o di un grave e diffuso discredito, senza che la mancata prova di tali elementi determini necessariamente una riduzione dell'importo liquidato in via equitativa, purché la motivazione risulti congrua e l'esito della valutazione non appaia sproporzionato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SALME' Giuseppe - Presidente

Dott. TRAVAGLINO Giacomo - Consigliere

Dott. SCARANO Luigi A. - Consigliere

Dott. BARRECA Giuseppina L. - rel. Consigliere

Dott. PELLECCHIA Antonella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso 29047-2012 proposto da:
(OMISSIS) (OMISSIS), elettivamente domiciliato in (OMISSIS), presso lo studio dell'avvocato (OMISSIS), che lo rappresenta e difende giusta procura in calce al ricorso;
- ricorrente -
contro
(OMISSIS), elettivamente domiciliato in (OMISSIS), presso lo studio dell'avvocato (OMISSIS), che lo rappresenta e difende giusta procura a margine del controricorso;
- controricorrente -
avverso la sentenza n. 4769/2011 della CORTE D'APPELLO di ROMA, depositata i…

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