Il Comune è tenuto a pronunciarsi espressamente, mediante apposita deliberazione del Consiglio Comunale, sulle determinazioni assunte dalla Conferenza di Servizi convocata ai sensi dell'art. 5 del d.P.R. n. 447/1998 in relazione ad un'istanza di variante urbanistica presentata da un soggetto privato per la realizzazione, ampliamento, ristrutturazione o riconversione di un impianto produttivo. In caso di mancata adozione del provvedimento conclusivo entro il termine di sessanta giorni previsto dalla legge, si realizza un'ipotesi di silenzio-inadempimento, suscettibile di essere impugnata in sede giurisdizionale ai sensi degli artt. 31 e 117 del Codice del processo amministrativo. Il Comune non può sottrarsi all'obbligo di pronunciarsi espressamente e motivatamente sulle ragioni del proprio intendimento favorevole o sfavorevole all'istanza, non potendo invocare la propria discrezionalità per eludere tale obbligo. In caso di perdurante inerzia del Comune, il giudice amministrativo può nominare un Commissario ad acta affinché provveda in luogo dell'amministrazione.