Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile da commerciale a poliambulatorio di diagnostica e riabilitazione, all'interno di una zona destinata a insediamenti produttivi (PIP), non può essere automaticamente escluso in quanto incompatibile con la zonizzazione, dovendo invece essere valutata la compatibilità dell'attività in concreto, sulla base di una puntuale verifica degli standards e parametri urbanistici vigenti nella zona, senza che possa rilevare l'eventuale irregolarità delle procedure utilizzate dall'amministrazione comunale per modificare le norme tecniche di attuazione del PIP. Infatti, l'attività di erogazione di prestazioni sanitarie non appare incompatibile con la destinazione impressa alle aree PIP dalle norme tecniche di attuazione, le quali, peraltro, non escludono espressamente tale tipologia di attività, ricomprendendo tra quelle ammesse anche le iniziative legate alla struttura urbana, tra cui quelle commerciali. Pertanto, l'amministrazione comunale, nel procedimento di annullamento del permesso di costruire rilasciato, è tenuta a valutare la compatibilità dell'insediamento in concreto, senza poter fondare il diniego sulla mera incompatibilità astratta della destinazione d'uso, dovendo altresì motivare in merito alle esigenze di urbanizzazione implicate dalla nuova destinazione d'uso e rimaste insoddisfatte.