Cassazione penale Sez. V sentenza n. 49824 del 9 dicembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:49824PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il riconoscimento del vincolo della continuazione tra il reato associativo mafioso e i reati fine commessi dagli associati non può essere automatico, ma richiede una valutazione soggettiva e specifica in relazione a ciascun imputato, volta ad accertare se i reati fine fossero programmati ab origine nell'ambito del disegno criminoso unitario del sodalizio, ovvero fossero legati a circostanze contingenti e occasionali non prevedibili in fase iniziale. Pertanto, l'esclusione della premeditazione e la ricostruzione dei fatti di sangue come frutto di una scelta di vendetta trasversale e fortuita quanto all'individuazione degli obiettivi umani da colpire costituiscono indici idonei a giustificare il mancato riconoscimento della continuazione tra il reato associativo mafioso e i delitti di omicidio e tentato omicidio, in quanto tali elementi depongono nel senso dell'insussistenza di un disegno criminoso unitario programmato ab origine. Il giudizio sulla sussistenza del vincolo della continuazione criminosa ha carattere soggettivo e deve essere sviluppato autonomamente nei confronti di ciascun imputato, senza che possa assumere rilievo il riconoscimento della continuazione in capo ad altri coimputati per i medesimi reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 08/11/2018 della CORTE APPELLO di BARI;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MATILDE BRANCACCIO;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale Dott. Birritteri Luigi per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe, la Corte d'Appello di Bari, decidendo quale giudice dell'esecuzione in seguito ad annullamento con rinvio da parte della Prima Sezione Penale della Co…

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