Cassazione penale Sez. II sentenza n. 4399 del 29 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:4399PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando, a fronte di una iniziale pretesa di adempimento di un credito effettuata con minaccia o violenza nei confronti del debitore, seguano ulteriori violenze e minacce di terzi estranei verso il nucleo familiare del debitore, trasformando così l'iniziale pretesa arbitraria in una richiesta estorsiva, sia a causa delle modalità e della diversità dei soggetti autori delle violenze, sia per l'estraneità dei soggetti minacciati alla pretesa azionata. La minaccia costitutiva del delitto di estorsione, oltre che essere esplicita, palese e determinata, può essere manifestata anche in maniera indiretta, ovvero implicita ed indeterminata, purché sia idonea ad incutere timore ed a coartare la volontà del soggetto passivo, in relazione alle circostanze concrete, alla personalità dell'agente, alle condizioni soggettive della vittima ed alle condizioni ambientali in cui opera. La manifesta sproporzione tra l'ammontare del credito vantato e quanto prospettato alle vittime per ottenere il pagamento del debito, oltre a rendere evidente l'ingiustizia della pretesa e la consapevolezza in capo all'imputato dell'illiceità della condotta tenuta, preclude la possibilità di ravvisare nella fattispecie il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, essendo configurabile il delitto di estorsione. La valutazione della credibilità della persona offesa dal reato rappresenta una questione di fatto che ha una propria chiave di lettura nel compendio motivazionale fornito dal giudice e non può essere rivalutata in sede di legittimità, salvo che il giudice non sia incorso in manifeste contraddizioni, ipotesi che non ricorre nella fattispecie. La frazionabilità della valutazione del narrato è legittima sempre che non sussista un'interferenza fattuale e logica tra la parte di esso ritenuta inattendibile e le rimanenti parti e che l'inattendibilità non sia talmente macroscopica, per accertato contrasto con altre sicure risultanze di prova, da compromettere la stessa credibilità del dichiarante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. RAGO Geppin - Consigliere

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. MESSINI D'AGOSTINI P - rel. Consigliere

Dott. COSCIONI Giusep - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/05/2018 della CORTE DI APPELLO DI BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Piero MESSINI D'AGOSTINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale VIOLA Alfredo Pompeo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN F…

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