L'acquisto di un bene immobile da parte di un ente pubblico mediante usucapione è soggetto a regole più stringenti rispetto all'usucapione tra privati. L'ente pubblico, quando esercita poteri autoritativi, deve avvalersi di un'attività procedimentalizzata e non può procedere all'acquisizione del bene mediante semplice provvedimento amministrativo. L'iscrizione di una via nell'elenco comunale ha solo efficacia dichiarativa e non può far ritenere automaticamente maturato il termine ventennale per l'usucapione. Inoltre, è contraddittorio che un comune pretenda di considerare acquisito in proprietà un bene mediante usucapione, mentre è pendente un giudizio ordinario promosso dallo stesso comune per far dichiarare l'avvenuta usucapione del medesimo bene. L'acquisizione a titolo originario derivante dall'applicazione degli artt. 1158 c.c. e ss. abbisogna del vaglio giurisdizionale e non può essere completata con un semplice provvedimento amministrativo. Pertanto, il provvedimento con cui un'amministrazione comunale ingiunge la rimozione di strumenti dissuasori installati su un fondo, ritenendolo di sua proprietà in forza dell'usucapione, è illegittimo per i vizi sopra indicati.