Cassazione penale Sez. I sentenza n. 44426 del 26 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:44426PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, è tenuto a verificare la congruenza della motivazione del provvedimento del giudice di merito rispetto ai canoni della logica e ai principi di diritto che governano l'apprezzamento delle risultanze probatorie, senza poter sindacare la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito, salvo i casi di manifesta illogicità o travisamento della prova. In particolare, il contenuto delle conversazioni intercettate, anche quando si risolva in una precisa accusa in danno dell'indagato che non vi ha preso parte, non è equiparabile alla chiamata in correità e, pertanto, non necessita di riscontri, essendo sufficiente che il giudice ne abbia dato una valutazione logica e coerente. Inoltre, in tema di reati di associazione di tipo mafioso, permane la presunzione relativa di pericolosità sociale dell'indagato, che può essere superata solo attraverso il riscontro diretto di segnali di rescissione del legame con la consorteria criminale, in assenza dei quali l'adozione della misura cautelare più grave risulta imprescindibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

Dott. BARONE Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 767/2016 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 05/10/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO MINCHELLA;
sentite le conclusioni del PG Dott. ANIELLO Roberto, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RILEVATO IN FATTO
Con ordinanza in data 10.10.2016 il Tribunale per il Riesame di Palermo, accogliendo un appello del P.M., applicava a (OMISSIS) la custodia cautelare in carcere per il reato di cui all'articolo 416 bis …

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