La concessione edilizia rilasciata in assenza di strumento urbanistico generale e di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, che comporti un eccesso di volumetria rispetto a quella autorizzata, nonché una pesante incidenza sull'assetto idrogeologico, può essere legittimamente annullata in via di autotutela dall'amministrazione comunale, in quanto l'intervento edilizio configura una lottizzazione abusiva che determina un rilevante carico urbanistico ed ambientale, in contrasto con i principi di tutela del territorio e del paesaggio. Il computo della volumetria deve includere anche i locali accessori, come ristoranti, palestre e spogliatoi, che contribuiscono in modo sostanziale alla formazione del volume complessivo, non potendosi ritenere tali strutture a carattere precario o marginale. L'assenza di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, accertata anche in modo parziale, è sufficiente a giustificare l'annullamento della concessione, in quanto l'intervento edilizio non può prescindere dalla realizzazione delle infrastrutture necessarie a garantire un adeguato standard urbanistico ed ambientale. Inoltre, l'incidenza negativa sull'assetto idrogeologico, anche in assenza di una puntuale verifica tecnica, può essere desunta dalla carenza di specifici accorgimenti progettuali finalizzati alla tutela del territorio. Pertanto, l'annullamento in autotutela della concessione edilizia, motivato sulla base di tali profili di illegittimità, risulta pienamente legittimo e conforme ai principi di tutela dell'interesse pubblico al corretto assetto del territorio e alla salvaguardia dell'ambiente.