Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 13093 del 25 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:13093PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di conferma della misura cautelare della custodia in carcere, deve dichiarare l'inammissibilità del ricorso quando l'indagato, successivamente alla proposizione dello stesso, abbia rinunciato ad esso. Tale declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, senza che ciò determini la rimessione in libertà del ricorrente, per il quale la cancelleria deve provvedere agli adempimenti di legge. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione è che la rinuncia al ricorso da parte dell'indagato, successiva alla sua proposizione, impone al giudice di legittimità di dichiarare l'inammissibilità del ricorso medesimo, con le conseguenti statuizioni in ordine alle spese e all'ammenda, senza che ciò incida sulla permanenza della misura cautelare a carico del ricorrente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. BI. AN. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 15/05/2008 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MILO NICOLA;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. SELVAGGI E., che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso;

non e' comparso il difensore.

FATTO E DIRITTO

Il Tribunale di Catanzaro, con ordinanza 15/5/2008, decidendo in se…

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