Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35104 del 29 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:35104PEN

Massima

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Il falso in dichiarazione sulla cittadinanza, accompagnato dall'esibizione di un documento di identità attestante la nazionalità straniera, non integra il reato di falso ideologico né il reato di truffa, in quanto tale condotta è inidonea a indurre in errore l'amministrazione pubblica e a procurare un ingiusto profitto. Infatti, il semplice controllo del documento di identità da parte dell'amministrazione avrebbe consentito di accertare la reale nazionalità dell'interessato, escludendo la sussistenza degli elementi costitutivi dei suddetti reati. In tali casi, pertanto, difetta l'elemento oggettivo della condotta fraudolenta e ingannatoria, essendo evidente l'inidoneità dell'azione a raggiungere l'intento delittuoso. Ciò in quanto il falso in dichiarazione, accompagnato dalla contestuale esibizione di un documento di identità che attesta la reale nazionalità, non può considerarsi idoneo a trarre in inganno l'amministrazione pubblica, la quale è tenuta a verificare la veridicità delle dichiarazioni rese attraverso il riscontro della documentazione prodotta. Pertanto, in simili ipotesi, la condotta non può ritenersi penalmente rilevante, in quanto priva dei requisiti di idoneità ingannatoria e di concreta attitudine a procurare un ingiusto profitto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - rel. Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI MILANO;

nei confronti di:

1) TA. EL. MI. N. IL (OMESSO) C/;

avverso la sentenza n. 4235/2006 GIP TRIBUNALE di VARESE, del 12/04/2007;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CARROZZA;

Udito il Procuratore Generale, dott. Enrico Delehaye, che conclude per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1.- Il Procuratore Generale di Milano ha…

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