Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21505 del 31 maggio 2002

ECLI:IT:CASS:2002:21505PEN

Massima

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L'appartenenza all'associazione mafiosa, quale fatto storico, è compatibile con l'applicazione delle aggravanti di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/91 e all'art. 628, comma 3, n. 3 c.p. per i reati-fine, in quanto tali aggravanti si riferiscono a circostanze distinte e autonome rispetto al reato associativo, senza configurare un reato complesso. L'aggravante ex art. 7 d.l. n. 152/91 attiene all'utilizzo concreto del metodo mafioso, mentre quella di cui all'art. 628, comma 3, n. 3 c.p. riguarda la posizione dell'imputato all'interno dell'associazione criminosa. Pertanto, la partecipazione all'associazione mafiosa, quale fatto storico, può essere autonomamente valorizzata ai fini dell'applicazione di entrambe le suddette aggravanti, senza incorrere in un bis in idem.

Sentenza completa

MOTIVI IN FATTO E DIRITTO
L'ordinanza del Tribunale di Palermo 31.10.2001 impugnata rigettava la richiesta di riesame proposta, avverso provvedimento Gip tribunale di Palermo 16.10.2001, da L. F. indagato per i reati di partecipazione ad associazione criminosa denominata "Cosa Nostra" nonché di una serie di estorsioni aggravate e continuate, di concorso in rapina aggravata e furto, di favoreggiamento aggravato.
Il giudice del riesame dopo aver sottoposto a vaglio critico la credibilità del chiamante in correità, passava in rassegna tutti i reati contestati, valutando per ciascuno gli elementi ritenuti gravemente indizianti, costituiti essenzialmente da intercettazioni telefoniche supportate da riscontri.
Deduceva poi la gravità indiziaria per il reato ex art. 416 bis c.p. dal ruolo -ritenuto preminente all'interno della famiglia mafiosa di T. N.- svolto nella consumazione dei singoli reati-fine e confermato dalle dichiarazioni del chiamante in correità.…

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