Cassazione penale Sez. I sentenza n. 42360 del 6 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:42360PEN

Massima

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La detenzione di armi, munizioni ed esplosivi, anche se rinvenuti casualmente in un contesto temporale risalente, integra un reato di grave allarme sociale, in quanto denota una pericolosa attitudine a mantenere il possesso di tali strumenti, suscettibili di essere impiegati in attività delittuose. Il giudice, nel determinare la pena, deve valutare la concreta modalità di conservazione del materiale, il suo stato di efficienza e la plausibilità delle giustificazioni addotte dall'imputato, senza essere vincolato a confutare specificamente ogni elemento difensivo, potendo limitarsi a indicare gli aspetti ritenuti maggiormente significativi ai fini della decisione. La detenzione di munizioni di calibro compatibile con armi comuni da sparo, anche se non espressamente indicate come da guerra, rientra nell'ambito applicativo della medesima fattispecie incriminatrice, in applicazione del principio per cui la detenzione di più armi o munizioni in un unico contesto integra un unico reato. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella determinazione della pena, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o travisamento dei fatti, non essendo sufficiente la mera diversa valutazione degli elementi di prova.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. NOVIK Adet Ton - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella - Consigliere

Dott. MANCUSO Luigi - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 5256/2013 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 27 maggio 2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 6 maggio 2016 la relazione fatta dal Consigliere DOTT. NOVIK ADET TONI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CORASANNIT Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore Avv. (Ndr: testo originale non comprensibile) che ha chiesto l'accoglimento.
RILEVATO IN FATTO
1. Con sente…

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