Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15248 del 14 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:15248PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'ignoranza della legge penale non è scusabile quando l'agente, con l'impiego della normale diligenza, avrebbe potuto conoscere l'esistenza di vincoli normativi e amministrativi che vietano o limitano determinati comportamenti, anche in assenza di una specifica informazione da parte delle autorità competenti. Pertanto, l'errore di diritto non è considerato inevitabile e, di conseguenza, non esclude la colpevolezza, qualora l'agente non abbia effettuato gli opportuni accertamenti per verificare la liceità della propria condotta, in particolare quando si tratti di soggetti che svolgono professionalmente l'attività in questione. La buona fede può essere esclusa anche in assenza di un orientamento giurisprudenziale univoco e costante, qualora l'agente non abbia dimostrato la diligenza richiesta per la conoscenza della normativa applicabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. AMORESANO Silvio - rel. Consigliere

Dott. SAVINO Mariapia G. - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 12/04/2013 della Corte di Appello di Bari;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal ((omissis));

udito il P. M., in persona del Sost. Proc. gen. Dott. DE AUGUSTINIS Umberto che ha concluso, chiedendo l'annullamento senza rinvio per prescrizione.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 12/04/2013 la Corte di Appello di Bari confermava la sentenza del …

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