Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24488 del 12 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24488PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante minacce, costringe la vittima a consegnare un bene di valore economico, anche se il bene è originariamente dovuto all'agente, in quanto l'ingiustizia del profitto si realizza nel momento in cui l'agente pretende una somma superiore a quella originariamente dovuta, approfittando della situazione di soggezione della vittima. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che l'agente abbia un diritto di credito nei confronti della vittima, essendo sufficiente che la pretesa sia ingiusta e che sia avanzata mediante minacce. Inoltre, la valutazione della gravità del fatto e la conseguente esclusione delle attenuanti generiche può fondarsi sulla personalità del reo, desunta anche dai suoi precedenti penali, che denotino una spiccata inclinazione al delitto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. CARMENINI Secondo Libero - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LO. CO. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 22/11/2004 CORTE APPELLO di FIRENZE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. CARMENINI SECONDO LIBERO;

udite le conclusioni del P.G. Dr. Galati Giovanni, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

udite le conclusioni del difensore avv. Landini Mario, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

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