Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20916 del 25 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:20916PEN

Massima

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La diffamazione a mezzo stampa è giustificata solo dalla cronaca o critica che rispetti la verità dei fatti, non anche da una rappresentazione che, pur partendo da elementi veri, li arricchisca con circostanze, giudizi o ipotesi non corrispondenti al reale, divenendo così un mero pretesto per offendere l'altrui reputazione. Pertanto, l'articolo giornalistico che, pur contenendo alcuni dati veritieri, li accompagni con allusioni maliziose e insinuazioni non suffragate da adeguata prova, integra il reato di diffamazione, non potendo essere considerato una legittima ricostruzione alternativa dei fatti. Inoltre, in caso di condanna alla sola pena pecuniaria, sussiste l'interesse dell'imputato a ottenere la revoca della sospensione condizionale della pena, ove non ne abbia fatto richiesta, al fine di evitare il rischio di una futura commissione di fatti anche a carattere colposo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato - rel. Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MO. SA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 470/2008 CORTE APPELLO di CATANIA, del 12/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/05/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. RENATO LUIGI CALABRESE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. De Santis Fausto, che ha concluso per l'annullamento in punto della revoca e della sospensione e rigetto nel re…

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