Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46497 del 11 novembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:46497PEN

Massima

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Il dolo nel reato di bancarotta fraudolenta documentale è integrato dalla consapevolezza e volontà dell'agente di distruggere o sottrarre le scritture contabili al fine di arrecare pregiudizio ai creditori o trarre un ingiusto profitto, senza che sia necessaria la prova di uno specifico intento di nuocere. La mera trascuratezza o negligenza nella gestione dell'impresa non è sufficiente a configurare la fattispecie meno grave di bancarotta semplice documentale, essendo necessario che la condotta sia determinata da mera imperizia o incapacità, senza alcun fine di occultamento o danneggiamento. Il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale nella valutazione del compendio probatorio, il cui esercizio non può essere censurato in sede di legittimità se non in presenza di vizi logici o travisamenti evidenti, non essendo sufficiente la mera prospettazione di una diversa ricostruzione dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. POSITANO G. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 822/2010 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 25/06/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/06/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GABRIELE POSITANO;

Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, dr ((omissis)), ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

Per il ricorrente e' presen…

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