Cassazione penale Sez. I sentenza n. 18873 del 13 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:18873PEN

Massima

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Il reato associativo e i reati-fine possono essere ritenuti in continuazione solo quando questi ultimi siano stati programmati nelle linee essenziali sin dal momento della costituzione del sodalizio criminoso. Ai fini della configurabilità della continuazione, non è sufficiente un generico piano di attività delinquenziale, ma è necessario che tutte le azioni ed omissioni siano comprese, fin dal primo momento e nei loro elementi essenziali ed individualizzanti, nell'originario disegno criminoso, sussistendo uno stesso momento genetico-ideativo che accomuna il delitto associativo a quelli eseguiti in sua realizzazione. Pertanto, la continuazione non può essere riconosciuta quando la commissione di un reato-fine, come la rapina, sia stata determinata da un evento estemporaneo e contingente, non riconducibile al programma criminoso originariamente concepito dall'associazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi P. - rel. Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. NO. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 156/2010 CORTE APPELLO di SALERNO, del 02/07/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAIAZZO ((omissis));

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza in data 2.7.2010 la Corte di appello di Salerno rigettava la richiesta avanzata nell'interesse di …

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