Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22777 del 9 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:22777PEN

Massima

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Il reato di diffamazione richiede, oltre alla condotta oggettiva di comunicazione di fatti lesivi dell'altrui reputazione, anche l'elemento soggettivo del dolo, che non può essere automaticamente desunto dalla mera constatazione della valenza diffamatoria oggettiva della condotta, ma deve essere accertato in concreto, tenendo conto delle specifiche circostanze del caso, in particolare della consapevolezza, da parte dell'agente, di utilizzare parole ed espressioni socialmente interpretabili come offensive. Pertanto, nel caso in cui l'imputato abbia comunicato, nell'esercizio delle proprie funzioni professionali, una situazione oggettiva riguardante la persona offesa, senza alcuna incontinenza espressiva e con l'intento di adempiere ai propri doveri, è necessario verificare in concreto l'esistenza dell'elemento soggettivo del reato, non potendosi presumere automaticamente la volontà di ledere l'altrui reputazione, soprattutto in ambiti professionali in cui la comunicazione di determinate informazioni può essere doverosa e non necessariamente connotata da intenti diffamatori. L'accertamento dell'elemento soggettivo del reato di diffamazione richiede pertanto un'attenta valutazione delle specifiche circostanze del caso concreto, senza poter prescindere dalla verifica della consapevolezza, da parte dell'agente, di utilizzare espressioni socialmente percepibili come offensive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/11/2019 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MATILDE BRANCACCIO;
letta la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. DI LEO Giovanni, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la decisione in epigrafe, la Corte d'Appello di Messina, in parziale riforma della se…

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