Il legittimo impedimento del difensore per concomitante impegno professionale non costituisce di per sé motivo sufficiente per il rinvio dell'udienza, dovendo il giudice di merito bilanciare tale esigenza difensiva con l'interesse pubblico all'efficace amministrazione della giustizia e all'evitare la prescrizione del reato, specie quando il processo sia già stato oggetto di precedenti rinvii e il fatto risalga a epoca remota. Il difensore che chiede il rinvio per legittimo impedimento ha l'onere di provare non solo l'impossibilità di comparire, ma anche l'impossibilità di nominare un sostituto ai sensi dell'art. 102 c.p.p.; in mancanza di tale prova, il giudice può legittimamente rigettare la richiesta di rinvio, privilegiando l'esigenza di evitare la prescrizione del reato, anche tenendo conto del tempo necessario per il giudizio di legittimità e per un eventuale giudizio di rinvio. L'inammissibilità del ricorso per cassazione è altresì configurabile quando i motivi di impugnazione siano generici e privi di correlazione con le ragioni esplicitate nella decisione impugnata, impedendo così l'esercizio del controllo di legittimità.