Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25452 del 27 giugno 2024

ECLI:IT:CASS:2024:25452PEN

Massima

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Il reato di apologia del fascismo di cui all'art. 4 della L. n. 645 del 1952 sussiste quando la condotta dell'agente, consistente nell'esaltazione pubblica di esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo oppure delle sue finalità antidemocratiche, sia idonea a determinare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista, valutato alla stregua di una prognosi ex ante sulla base delle circostanze di tempo, luogo e modalità di realizzazione della condotta, senza che sia necessaria l'effettiva riorganizzazione del partito fascista. La norma incriminatrice, pur limitando la libertà di manifestazione del pensiero garantita dall'art. 21 Cost., è costituzionalmente legittima in quanto volta a tutelare l'integrità dell'ordinamento democratico e costituzionale, valore primario rispetto al quale il diritto di libera espressione deve essere bilanciato. Pertanto, la condotta di esaltazione pubblica di simboli, espressioni e figure riconducibili all'ideologia fascista, anche se non accompagnata da comportamenti aggressivi, minacciosi o violenti, può integrare il reato di apologia del fascismo qualora, sulla base di una valutazione complessiva delle circostanze, risulti idonea a provocare adesioni e consensi favorevoli alla ricostituzione di organizzazioni fasciste, in quanto concretamente pericolosa per l'ordine democratico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta da:

Dott. SIANI Vincenzo - Presidente

Dott. MASI Paola - Consigliere

Dott. MANCUSO Luigi Fabrizio Augusto - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Li.Al., nato a V il (omissis);
avverso la sentenza del 17/11/2023 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere FRANCESCO ALIFFI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore ANTONIETTA PICARDI che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
Lette le memorie di repliche del difensore avv. Ga.Bo.
RITENUTO INI FATTO
1. Con la sentenza indicata nel preambolo la Corte di appello di Milano, in riforma della pronuncia del Tribunale…

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