La pianificazione e l'approvazione del Piano Cave costituiscono espressione di potestà pianificatoria discrezionale delle amministrazioni competenti, che possono individuare le aree estrattive in base a criteri di corretto sfruttamento delle risorse, tutela ambientale e sostenibilità, senza essere vincolate alle richieste dei privati. Nell'esercizio di tale discrezionalità, le scelte devono risultare lineari, coerenti e sorrette da adeguata motivazione, senza incorrere in arbitrarietà o contraddittorietà. In particolare, la preferenza per l'ampliamento di ambiti estrattivi esistenti rispetto all'apertura di nuovi siti non costituisce un obbligo assoluto, potendo la pianificazione valutare anche l'introduzione di nuovi ambiti, purché adeguatamente motivata. Inoltre, la determinazione dei fabbisogni e dei volumi estraibili rientra nella discrezionalità della pubblica amministrazione, che può discostarsi dalle stime massime teoriche per perseguire obiettivi di equilibrio e sostenibilità territoriale. Infine, il ruolo consultivo di Giunta e Provincia non implica un vincolo per il Consiglio regionale nell'approvazione definitiva del Piano Cave, purché le scelte finali risultino coerenti e adeguatamente motivate nell'iter procedimentale.