Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24860 del 18 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:24860PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare il ricorso avverso l'ordinanza di applicazione di una misura cautelare personale, deve limitarsi a verificare la congruenza della motivazione del provvedimento impugnato in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, senza poter procedere a una "rilettura" degli elementi probatori, atteso che la pronuncia cautelare non è fondata su prove, ma su indizi e tende all'accertamento non della responsabilità, bensì di una qualificata probabilità di colpevolezza. Pertanto, il giudice di legittimità non può sindacare la valutazione della credibilità della persona offesa effettuata dal giudice di merito, né la scelta della misura cautelare adottata, purché la motivazione del provvedimento impugnato dia adeguatamente conto delle ragioni che hanno indotto il giudice a ritenere sussistente un grave quadro indiziario a carico dell'indagato, in conformità ai canoni della logica e ai principi di diritto che governano l'apprezzamento delle risultanze probatorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. PARDO Ignazio - rel. Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 05/12/2016 del TRIB. LIBERTA' di PALERMO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. IGNAZIO PARDO;
sentite le conclusioni del PG Dr. PERLA LORI che ha chiesto il rigetto del ricorso.
Udito il difensore avv.to (OMISSIS) che si riporta ai motivi ed insiste per l'accoglimento.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Il Tribunale della liberta' di PALERMO, con ordinanza in data 05/12/2016, rigettava l'istanza di ries…

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