Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11279 del 11 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:11279PEN

Massima

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Il deterioramento di un bene comune, anche se conseguente a un precedente litigio, integra il reato di danneggiamento di cui all'art. 635 c.p., essendo irrilevante la mancanza di consapevolezza dell'imputato circa il danneggiamento, atteso che il dolo del reato è integrato dalla volontarietà della condotta distruttiva, a prescindere dalla finalità perseguita. Inoltre, la valutazione della tenuità del danno patrimoniale arrecato, pur potendo incidere sulla determinazione della pena, non costituisce motivo di nullità della decisione per carenza di motivazione, in quanto attiene a una doglianza inammissibile, non sottoposta all'attenzione del giudice di merito. Pertanto, il giudice di legittimità non può sindacare la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di appello, essendo questa sottratta al suo controllo, salvo che non risulti manifestamente illogica o priva di adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO Giuseppe M - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1199/2010 CORTE APPELLO di ANCONA, del 21/11/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/12/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. UGO DE CRESCIENZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Cedrangolo Oscar, che ha concluso per la inammissibilita'.

MOTIVI DELLA DECISIONE

(OMISSIS), ricorre per Cassazione avverso la sentenza 2.11.2…

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