Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25863 del 12 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:25863PEN

Massima

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Il peculato si configura quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio, avendo già il possesso o la disponibilità giuridica di denaro o altri beni della pubblica amministrazione per ragione del suo ufficio o servizio, se ne appropria indebitamente, anche mediante artifici e raggiri volti a occultare la commissione dell'illecito e a far apparire regolare la procedura. Ciò si distingue dalla truffa, in cui l'agente non ha il possesso o la disponibilità del bene, ma se ne procura fraudolentemente la disponibilità mediante artifici e raggiri. Pertanto, il peculato sussiste quando gli artifici e i falsi sono utilizzati non per entrare in possesso del denaro, ma per occultare l'appropriazione indebita di cui l'agente già disponeva. La qualificazione giuridica dei fatti come peculato, anziché come truffa o abuso d'ufficio, non dipende dalla precedenza cronologica dell'appropriazione rispetto al falso, ma dal modo in cui l'agente è venuto in possesso del denaro oggetto di appropriazione. Inoltre, la nozione di possesso deve essere intesa in senso ampio, comprensiva anche della disponibilità giuridica dei beni, come nel caso di magistrati titolari di procedure fallimentari che possono compiere atti dispositivi sui relativi fondi. Infine, il reato di abuso d'ufficio ha carattere residuale rispetto a fattispecie più gravi come il peculato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 08/02/2013 del Tribunale di Perugia;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Ercole Aprile;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. POLICASTRO Aldo, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Con l'ordinanza sopra indicata il Tribu…

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