Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 35886 del 8 agosto 2019

ECLI:IT:CASS:2019:35886PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso può essere configurata anche nel caso in cui il soggetto svolga un ruolo di "alter ego" del capo del sodalizio criminoso, ponendo in essere attività di ausilio e intermediazione nei suoi confronti, con carattere continuativo e fiduciario, tali da contribuire causalmente alla realizzazione del ruolo direttivo del gruppo e alla conservazione e al rafforzamento dello stesso. Il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa si distingue dal reato di favoreggiamento personale in quanto, nel primo caso, il soggetto interagisce organicamente e sistematicamente con gli associati, quale elemento della struttura organizzativa del sodalizio criminoso, anche al fine di depistare le indagini di polizia volte a reprimere l'attività dell'associazione o a perseguirne i partecipi, mentre nel secondo egli aiuta in maniera episodica un associato, resosi autore di reati rientranti o meno nell'attività prevista dal vincolo associativo, ad eludere le investigazioni della polizia o a sottrarsi alle ricerche di questa. Pertanto, il ruolo della persona che, pur non essendo formalmente affiliata all'associazione mafiosa, svolge un'attività di ausilio e intermediazione continuativa e fiduciaria nei confronti del capo del sodalizio, contribuendo causalmente alla realizzazione del suo ruolo direttivo e alla conservazione e al rafforzamento del gruppo criminale, può essere qualificato come partecipazione all'associazione mafiosa, a prescindere dalla mera finalità di favorire la latitanza del capo. In tali casi, la sussistenza delle esigenze cautelari, quali il pericolo di reiterazione del reato e il pericolo di inquinamento probatorio, può essere desunta dalla modalità allarmante della condotta, dalla personalità trasgressiva dell'indagato e dal mancato venir meno del suo rapporto con l'associazione, anche in considerazione di comunicazioni successive relative a fatti inerenti al sodalizio criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. VIGNA Maria S - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 12/01/2019 del TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa VIGNA MARIA SABINA;
sentite le conclusioni del PG Dott. DALL'OLIO MARCO che ha chiesto il rigetto del ricorso.
udito il difensore, avvocato (OMISSIS) del foro di PALMI in difesa di (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento dei motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata, il Tribunale de…

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