Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33553 del 1 agosto 2016

ECLI:IT:CASS:2016:33553PEN

Massima

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Il reato di appropriazione indebita si configura nel momento in cui il soggetto agente si appropria indebitamente delle somme affidategli, a prescindere dalla durata della condotta appropriativa e dall'intenzione di trattenerle a lungo o per breve periodo. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla volontà di impossessarsi delle somme, anche se il reo abbia successivamente provveduto al tardivo versamento dei contributi dovuti, in quanto tale condotta costituisce solo un espediente per evitare che il danneggiato si accorgesse degli ammanchi. Il reato di appropriazione indebita è a consumazione istantanea e la continuazione nel reato può essere riconosciuta anche quando l'agente non ometta un singolo versamento, ma si appropri di tutti i pagamenti dovuti per gli adempimenti fiscali e previdenziali, essendo sufficiente che la condotta si protragga per più mesi, seppur in relazione a un unico rapporto giuridico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosim - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte d'appello di Genova del 22 aprile 2014 n. 1662/2014.
Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Sostituto Procuratore Generale, in persona della Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento senza rinvio agli effetti penali, per prescrizione;
sentito l'avv. (OMISSIS) per la parte civile, che ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile o rigettato, depositan…

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