Cassazione penale Sez. V sentenza n. 49579 del 27 novembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:49579PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di una sentenza penale di condanna, è tenuto a verificare che essa sia effettiva, non manifestamente illogica e internamente coerente, senza poter procedere a una diversa valutazione delle prove e dei fatti già apprezzati dai giudici di merito. Pertanto, le dichiarazioni della persona offesa, se ritenute credibili e attendibili, possono costituire di per sé elemento sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, senza che sia necessaria l'integrazione con ulteriori riscontri probatori, purché la motivazione in tal senso sia adeguatamente giustificata. Il sindacato del giudice di legittimità è, infatti, limitato al controllo della logicità e coerenza della motivazione, senza poter sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 13/2012 TRIB. SEZ. DIST. di CANOSA DI PUGLIA, del 07/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/09/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito per la parte civile l'Avv. (OMISSIS);

Udito il difensore Avv. (O…

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