Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso presentato dal ricorrente contro il provvedimento di rigetto della sua istanza di conversione del permesso di soggiorno da lavoro stagionale a lavoro subordinato, afferma che: 1. Il ricorso è inammissibile in quanto diretto contro un atto meramente confermativo di precedenti provvedimenti, tra cui il decreto di rigetto del 14.12.2016, che non è stato impugnato in sede giurisdizionale. 2. Anche a prescindere dalla questione di ammissibilità, il ricorso è comunque infondato nel merito. 3. La censura relativa all'errata individuazione del periodo di riferimento per la verifica dei requisiti reddituali del datore di lavoro è infondata, in quanto tale individuazione era condizionata dal decreto flussi 2013, cui era riconducibile la quota di conversione richiesta. 4. Le doglianze di carattere formale, come la mancata comunicazione dell'avvio del procedimento e la violazione dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990, sono infondate, in quanto il procedimento era stato riaperto su istanza di parte e il ricorrente era già a conoscenza del precedente provvedimento di rigetto. 5. Le spese di lite possono essere compensate tra le parti, in considerazione della risalenza temporale e della peculiarità della vicenda.