Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28749 del 9 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:28749PEN

Massima

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La configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, convertito in l. n. 203 del 1991, per i reati in materia di stupefacenti non è subordinata alla formale contestazione dell'ipotesi associativa di cui all'art. 416-bis c.p. all'imputato, in quanto la ratio di tale aggravante è quella di punire più severamente coloro che commettono reati al fine di agevolare le associazioni mafiose, a prescindere dalla loro partecipazione formale alle stesse. Pertanto, l'aggravante può trovare applicazione anche nei confronti di soggetti che, pur non essendo formalmente imputati del reato associativo, abbiano comunque agito in collegamento funzionale con la consorteria mafiosa, dimostrando un atteggiamento di particolare pericolosità e determinazione criminosa nell'utilizzo di metodi mafiosi. Ciò in quanto la ratio dell'aggravante non è solo quella di punire più severamente i partecipi di reati associativi, ma anche quella di contrastare in maniera più decisa l'atteggiamento di coloro che, pur non essendo formalmente imputati di reati associativi, si comportino come mafiosi o ostentino una condotta idonea ad esercitare sui soggetti passivi quella particolare coartazione e intimidazione propria delle organizzazioni di tipo mafioso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto ex articolo 625-bis c.p.p. nell'interesse di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa l'08/03/2016 dalla Prima Sezione Penale di questa Corte di Cassazione;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Paolo Micheli;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa Filippi Paola, che ha concluso chiedendo dichiararsi l…

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