Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30417 del 22 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:30417PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, attesta falsamente fatti a danno di un cittadino, procurandogli un ingiusto pregiudizio anche della libertà personale, e lo accusa ingiustamente di reati, è punito per i reati di falso ideologico, abuso d'ufficio e calunnia. Tali condotte, caratterizzate da dolo e arbitrarietà, violano i doveri di imparzialità e correttezza che incombono sul pubblico ufficiale, il quale è tenuto a svolgere le proprie attività nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali del cittadino. La gravità di tali comportamenti è aggravata dalla posizione di garanzia e di tutela rivestita dal pubblico ufficiale nei confronti della collettività, sicché l'abuso della propria autorità e della fiducia riposta in esso integra un grave vulnus ai principi di legalità, buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione. Pertanto, il giudice è tenuto a sanzionare con rigore tali condotte, negando l'applicazione di attenuanti che possano sminuire la portata afflittiva della pena, al fine di assicurare un'adeguata tutela dei diritti del cittadino e la credibilità dell'azione della pubblica amministrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MANNINO Saverio Feli - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. D'. Ca. , nato il (OMESSO);

2. GE. Pa. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Napoli 21 aprile 2006 n. 3424;

Sentita la relazione svolta dal Cons. Dott. S. F. MANNINO;

Sentita la requisitoria del PROCURATORE GENERALE, in persona del Dott. Angelo DI POPOLO, il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Sentite le arringhe dell'avv. …

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