Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordine di demolizione di opere edilizie abusive, afferma che: 1. L'assenza di permesso di costruire per interventi di ristrutturazione edilizia comportanti modifiche di prospetti, superfici e volumi, nonché la violazione delle altezze minime previste per gli ambienti abitativi e accessori, giustificano autonomamente la sanzione demolitoria, indipendentemente dalla dedotta presentazione di una istanza di accertamento di conformità. 2. Gli interventi realizzati, qualificabili come "ristrutturazione pesante", rientrano nell'ambito di applicazione dell'art. 10, comma 1, lett. c) del D.P.R. n. 380/2001, che richiede il permesso di costruire, non essendo sufficiente la mera denuncia di inizio attività. 3. L'ordine di demolizione ha natura di atto di diffida, prodromico alle successive valutazioni e determinazioni che l'amministrazione dovrà adottare nell'eventualità di mancata ottemperanza spontanea, senza che possa essere invocata in questa fase l'impossibilità di demolire senza pregiudizio alla parte legittimamente realizzata. 4. L'abusivismo edilizio non può essere giustificato da presunte inefficienze dell'amministrazione nella gestione dei programmi di edilizia economica e popolare o dalla supposta insufficienza del patrimonio edilizio abitativo, non essendo ammesso nel nostro ordinamento l'"abusivismo di necessità".