La modifica di una concessione demaniale marittima per la realizzazione di opere e interventi finalizzati al miglioramento e potenziamento dell'offerta dello stabilimento termale non rientra tra le ipotesi di modifiche consentite dalla normativa comunitaria e nazionale, in quanto tali esigenze, di carattere essenzialmente imprenditoriale e volte ad aumentare la redditività della gestione, non possono essere considerate imprevedibili al momento dell'affidamento della concessione, non integrando pertanto i presupposti di cui all'art. 175 del D.Lgs. n. 50/2016 (che ha recepito l'art. 43 della Direttiva 2014/23/UE). Inoltre, la richiesta di proroga della durata della concessione per un periodo di 19 anni, oltre i 50 anni originariamente previsti, al fine di ammortizzare l'investimento, non può essere soddisfatta mediante il procedimento semplificato di cui agli artt. 18 e 24 del D.P.R. n. 528/1952, in quanto necessita di una nuova procedura di selezione pubblica, nel rispetto dei principi di trasparenza e libera concorrenza sanciti dalla normativa comunitaria e nazionale in materia di concessioni. Pertanto, il diniego opposto dall'amministrazione comunale all'istanza di modifica della concessione, presentata dal concessionario, risulta legittimo e conforme alla disciplina vigente.