Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32138 del 25 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:32138PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale di cui agli artt. 216 e 223 l. fall. non richiede un nesso causale tra la condotta distrattiva dell'agente e il successivo fallimento dell'impresa, essendo sufficiente che l'agente abbia coscienza e volontà di depauperare il patrimonio aziendale con condotte estranee all'attività d'impresa, a prescindere dalla rappresentazione e dalla volontà del fallimento. La dichiarazione di fallimento assume rilevanza nella sua natura di provvedimento giurisdizionale, e non per i fatti con essa accertati, sicché il giudice penale non può sindacare i presupposti oggettivi e soggettivi della fallibilità dell'impresa, neppure in caso di modifiche normative intervenute successivamente ai fatti. L'elemento psicologico richiesto è il dolo generico, consistente nella consapevolezza di impoverire il patrimonio aziendale con condotte distrattive, a prescindere dalla rappresentazione e dalla volontà del fallimento, che costituisce un evento di pericolo concreto la cui verificazione rende effettiva la messa in pericolo del bene giuridico tutelato. Pertanto, la confusione tra patrimonio aziendale e personale dell'imputato, così come l'erronea indicazione della controparte negoziale nelle autofatture, non escludono la responsabilità per bancarotta fraudolenta patrimoniale, essendo sufficiente l'accertamento di una deminutio patrimonii a danno dell'impresa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto nell'interesse di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 09/02/2015 dalla Corte di appello di Lecce;
visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. DI LEO Giovanni, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito per il ricorrente l'Avv. (OMISSIS), la quale ha concluso chiedendo l'…

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