La cessazione della materia del contendere si verifica quando, successivamente all'instaurazione del giudizio, intervengono fatti o provvedimenti che rendono il processo privo di ulteriore utilità per le parti, determinando l'impossibilità di una pronuncia sul merito della controversia. Tale istituto, previsto dagli artt. 34, comma 5, e 38 del Codice del processo amministrativo, consente al giudice di dichiarare l'estinzione del processo senza entrare nel merito della questione, qualora le originarie pretese fatte valere in giudizio siano state superate da nuovi provvedimenti o situazioni sopravvenute. La cessazione della materia del contendere, pertanto, si configura come una pronuncia di carattere processuale che, pur non entrando nel merito della controversia, ne determina la chiusura per sopravvenuta carenza di interesse delle parti all'accertamento giudiziale. Tale istituto risponde all'esigenza di evitare pronunce meramente dichiarative o di mero accertamento, in assenza di un concreto interesse delle parti alla decisione, garantendo così l'economia processuale e l'efficienza dell'azione amministrativa. La declaratoria di cessazione della materia del contendere, inoltre, non comporta alcuna valutazione nel merito delle questioni oggetto del giudizio, ma si limita a prendere atto del venir meno dell'interesse delle parti alla pronuncia giurisdizionale, in ragione del sopravvenire di nuovi fatti o provvedimenti che hanno reso il processo privo di ulteriore utilità.